THOMAS HAESSLER

Il ragazzo di Berlino

Un personaggio indecifrabile, alla continua ricerca della dimensione "mondiale" acquisita prima nel Colonia e poi nella Nazionale
di MARCO BRUNETTI

Tipo abbastanza indecifrabile, Tommasino. Perché? Discutibile, ad esempio, la sua scelta di andare a giocare a Torino nella Juventus, anziché nella Roma, perché, fra le altre cose, considerava la città piemontese più bella della capitale...
Gli è bastato però vivere a Roma un paio di mesi per pentirsi amaramente di quanto deciso nell' estate dello scorso anno.
Indecifrabile anche perché, dopo essere stato corteggiato ed inseguito per mesi e mesi, con la maglia giallorossa non ha ancora convinto del tutto.
Una serie di prestazioni discrete, molte negative, pochi i lampi, le giocate attese. E pensare che il suo amico Voeller ha "pressato" in tutte le maniere i dirigenti romanisti per portare a Trigoria il suo compagno di nazionale.
Ma la verità, come al solito, sta nel mezzo: è probabile che Thomas Haessler, è di lui che stiamo parlando, non abbia ancora preso la dovuta confidenza con il calcio italiano, che è assai diverso da quello che si gioca nella Bundesliga.
Impossibile pensare che le grandi doti tecniche messe in mostra con la maglia del Colonia o della nazionale campione del mondo si siano improvvisamente eclissate; impossibile pensare che quel giocatore tanto ammirato dai dirigenti romanisti già a Pescara, tre anni fa, sia sparito nel nulla.
E, allora, tutto sommato vale la pena affidarsi ai ricordi: anche giocatori come Falcao e Cerezo, per fare due esempi, incontrarono parecchie difficoltà prima di entrare nel cuore della gente giallorossa.
La speranza è che anche il piccolo Thomas sappia fare altrettanto, magari più in fretta.
Indecifrabile, ad esempio, ancora l'esatta collocazione tattica del ragazzo di Berlino. Avendo grosse qualità tecniche, viene spontaneo ritenere che Haessler riesca a dare il meglio di sé quando può far sfoggio della sua fantasia, dei suoi dribbling.
In realtà, nella nazionale diretta da Beckenbauer, Thomas ha giostrato spesso anche in una posizione più arretrata, sempre sulla fascia destra, la sua preferita, ma all'altezza dei mediani se non addirittura dei terzini.
E allora? Per caratteristiche fisiche (Haessler è il giocatore più basso del campionato italiano) non appare adatto ad un gioco di contenimento, quindi per ottenere il massimo si deve sfruttare Tommasino in determinate zone del campo, più vicine alla porta avversaria che a quella della Roma.
Con il risultato di sbilanciare, però, in caso di Roma a due punte, la squadra in avanti.
E proprio su questo problema Bianchi ha lavorato e sta lavorando a fondo.
Una cosa, intanto, è certa: il "vero" Haessler ancora non si è visto. E lo stesso giocatore non l'ha mai nascosto.
«Non riesco davvero a capire perché non riesco più a fare cose che fino a qualche mese fa mi riuscivano con grande facilità. Nello scorso campionato, ad esempio, ho realizzato soltanto una rete mentre in Germania andavo a bersaglio con una certa frequenza. Non so proprio cosa pensare e in questa situazione non mi trovo a mio agio», ha dichiarato, triste, qualche settimana fa.
Probabilmente è anche vero che Thomas è un tipo che si abbatte con estrema facilità: non ha un carattere forte e quindi subisce in maniera eccessiva le critiche negative e momenti difficili.
Un ragazzo che ancora deve maturare, insomma; che deve acquisire una personalità convincente.
Un uomo che deve imparare a credere maggiormente in se stesso e nelle proprie possibilità.
Nato a Berlino nel maggio del '66, Haessler ha cominciato a giocare al calcio giovanissimo nel Colonia.
Nella sua ex squadra attualmente gioca il fratello diciottenne, attaccante di cui si dice un gran bene.
Esordio, per Tomassino, nella Bundesliga nella stagione '84-'85, poi un rendimento sempre in crescendo, il titolo di miglior calciatore della Germania nella stagione del suo esordio anche in nazionale.
Referenze ottime che hanno convinto le società italiane a portarlo dalle nostre parti.
Storia nota: il tentativo andato a vuoto della Roma, lo sprint della Juventus poi, nella passata estate, la situazione inversa.
In pratica, un film già visto in occasione dell'arrivo in Italia di Zibì Boniek.
Il campione del mondo sta vivendo un momento difficile anche in nazionale, visto che Berti Vogts sembra averlo relegato al ruolo di riserva, preferendo impiegare al suo posto il laziale DolI.
Per Thomas, un vero e proprio affronto anche perché DolI gioca nella squadra nemica della Roma. Una specie di derby perduto.
«Ma non è finita qui, perché quella maglia è mia», ha tuonato Tommasino.
In realtà, per tornare titolare della nazionale tedesca c'è solanto un modo: giocare, e bene, con la Roma.
Un compito solo apparentemente facile facile.
Di certo, un Haessler sugli scudi è quanto sognano anche utti i tifosi della Roma, in perenne attesa di poter applaudire un nuovo Bruno Conti.

Tratto da La Roma novembre 1991

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